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Athenagoras e Chiara Lubich: “un’ anima in due Chiese”

Il 24 ottobre scorso, Sandra Ferreira Ribeiro ha ottenuto, con il massimo dei voti, il dottorato in Cultura dell’Unità indirizzo teologico, con la tesi “L’incontro tra il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich: tra storia e profezia”. Si tratta della prima tesi dottorale prodotta nel seno della “Cattedra Ecumenica Patriarca Athenagoras – Chiara Lubich” dell’Istituto Universitario Sophia, creata nel 2017 in sinergia con il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli a 50 anni dal primo incontro tra il Patriarca Ecumenico Athenagoras e Chiara Lubich il 13 giugno 1967.

Secondo Declan O’Byrne, Rettore f.f. dell’Istituto Universitario Sophia e presidente della Commissione di valutazione, “il lavoro di Sandra si collega direttamente agli obiettivi della Cattedra: focalizzare il significato teologico, studiare le date storiche e sviscerare le implicazioni culturali e sociali del cammino ecumenico verso la piena unità della Chiesa nel mutuo scambio di ricchezze spirituali, liturgiche, teologiche, culturali e artistiche delle due Chiese”.

La commissione valutatrice era composta dal Prof. Piero Coda, relatore della tesi e anche co- titolare della Cattedra Ecumenica insieme al Metropolita Maximos Vgenopoulos, dai correlatori: il Rev. Prof. Kyrillos Katerelos, Metropolita di Krini ed Esarca di Malta del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, teologo, storico della Chiesa e canonista, attualmente professore di teologia all’Università di Atene; il Prof. Marco Luppi, storico contemporaneista, docente di storia politica presso il Dipartimento di “Scienze sociali e politiche ed Economia e management” dello IUS e professore di Storia contemporanea presso il Centro Universitario Tabosa de Almeida “Asces Unita” di Caruaru (Brasile); e il Prof. Alessandro Clemenzia (correlatore aggiunto), docente di Ecclesiologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia centrale, di cui anche è Vice Preside, e docente di Ecclesiologia e Pneumatologia presso lo IUS.

Erano presenti alla seduta dottorale anche l’archimandrita Nikolaos Papadopoulos, rappresentante di sua Eminenza Polikarpos, Metropolita ortodosso d’Italia ed esarca dell’Europa Meridionale e il Prof. Lewis Patsavos, esperto di fama internazionale di diritto canonico e professor Emerito dell’ Hellenic College Holy Cross in Massachusetts, testimone oculare dell’ultimo incontro tra il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich nell’aprile ’72 al Phanar e che ha seguito da vicino il loro rapporto anche dal punto di vista del suo significato intellettuale.

«È una felice coincidenza che il primo dottorato prodotto nel seno della Cattedra Athenagoras – Chiara Lubich, è proprio riguardante questo evento storico dell’incontro di queste straordinarie personalità profetiche in vista del cammino ecumenico» ha evidenziato il Prof. Piero Coda durante la presentazione della candidata e del suo lavoro dottorale, ricordando anche le figure che hanno accompagnato e reso possibile la realizzazione della sua ricerca: il Metropolita Gennadios Zervos, morto nel 2020 «che è all’origine di questa cattedra – continua Coda –, figlio spirituale del Patriarca Athenagoras e grande amico di Chiara Lubich»; Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, testimone dell’incontro tra Athenagoras e Chiara (allora era diacono) e «che ci segue con grande amicizia», conclude. Per ultimo il Prof. Coda ha ricordato anche il metropolita Gennadios di Sassima, ex-correlatore della tesi di Ferreira venuto a mancare lo scorso giugno, teologo di fama particolarmente impegnato nel dialogo ecumenico tra Chiesa Cattolica e Chiesa ortodossa.

Sul lavoro di Ferreira, il Prof. Coda ha rilevato che si tratta di una «documentazione di prima mano, finora unica. Ci sono piccoli studi fatti in merito ma non c’è una presentazione organica». Ed evidenziando il suo particolare valore interdisciplinare ed ecumenico, nonché interculturale, aggiunge: «Sandra si è impegnata sia sotto il profilo della ricostruzione storica, sia sotto il profilo dello scavo teologico, sia nella tradizione ortodossa che cattolica, e anche con una passione e competenza ecumenica tutta sua vestita di discrezione e umiltà. È un lavoro che riesce effettivamente ad offrire un testo che diventerà di riferimento imprescindibile nella ricerca storica e nell’attingere da quel momento storico impulsi per camminare sulla via ecumenica con uno slancio nuovo».

Dal canto suo, il Prof. Kyrillos Katerelos ha dato anche una valutazione molto positiva del lavoro di Ferreira: «Ho letto con grande interesse la tesi ad operandum della candidata Sandra Ferreira Ribeiro. Condivido con gioia la mia valutazione dello studio da Lei compiuto alla luce delle fonti e della letteratura usate, per l’ampiezza e accuratezza del lavoro, ricchezza e varietà di fonti e dell’interpretazione teologica». Ha sottolineato anche il valore profetico del tema di ricerca, cioè, l’incontro e il rapporto istaurato tra il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich, «due figure decisive che incarnano le principali virtù ecumeniche: preghiera, ascolto, ricerca sempre nuova dell’unità come dono divino dello Spirito Santo tramite le persone prima che dei documenti e del Magistero».

Oltre a riconoscere la novità che portano l’opera e il pensiero di Chiara Lubich, come teologo ortodosso il Prof. Kyrillos ha anche richiamato l’importanza della figura di Athenagoras per il dialogo tra Oriente e Occidente: «Dal punto di vista della teologia ortodossa posso aggiungere che la scelta di focalizzare l’attenzione sul Patriarca Athenagoras è senz’altro pertinente perché si tratta di una figura originale anche dal punto di vista teologico. Egli infatti si è impegnato nel suo ambito per avvicinare il più possibile il mondo ortodosso e il suo pensiero al mondo occidentale». Conclude la sua valutazione richiamando la grande importanza dell’“ermeneutica dell’ascolto reciproco” che ci donna l’esempio della relazione tra Athenagoras e Chiara Lubich, come metodo indispensabile per aprire la strada di una nuova visione dell’ecumenismo, non solo dal punto di vista teorico ma come modo di vivere.

Da uno sguardo storico il Prof. Marco Luppi ha ribadito la serietà metodologica e scrupolosità dell’utilizzo delle fonti storiche, mettendo anche a fuoco l’uso corretto dei materiali inediti. Secondo le sue parole, la ricerca presentata da Ferreira è una corposa ricostruzione storica a vari livelli, che non rimane ancorata nel passato, ma che tesse un fruttuoso dialogo tra passato e presente, aprendo un orizzonte per il futuro e per ulteriori scavi accademici, e in questo risiede anche la sua particolare originalità: «Non è solo una ricostruzione storica ma anche un dialogo tra passato presente e futuro di relazioni che tutt’ora ci parlano e illuminano».

Il Prof. Clemenzia ha messo in evidenza la sintesi storica e teologica presenti in modo dinamico nella struttura della tesi, che si muove particolarmente su tre binari: lettura dell’attualità, affondo storico e ricomprensione della realtà attuale. «Questo è un ritmo che nasconde una grande intelligenza teologica: iniziare dall’experientia fidei e tornare all’experientia fidei attraverso l’intelligentia fidei». E aggiunge: «Anche l’affondo storico ha una prospettiva teologica poiché non si tratta di raccogliere semplicemente i dati ma di reinterpretarli alla luce di un fatto, che trova nell’evento dell’incarnazione il suo criterio interpretativo e il suo fondamento teologico. La quotidianità non solo ha a che fare con Dio, ma è il luogo dell’accadere trinitario».

In questo senso il teologo riconosce il plus che guida ed è alla base della riflessione intellettuale di Ferreira, e cioè, la propria esperienza personale e comunitaria nell’ambito del dialogo ecumenico nel seno del Carisma di Chiara Lubich: «L’intelligenza della fede scaturisce dalla sua esperienza personale e comunitaria, contiene l’esperienza carismatica a cui appartiene la candidata e che l’aiuta a immergersi nella vita ecumenica con nuovi criteri e nuovo sguardo, trasfigurato dallo Spirito».

Da un punto di vista ecclesiologico, Clemenzia ha messo anche in evidenza l’“ecclesiologia di comunione” che ispira i documenti del Concilio Vaticano II e che Ribeiro riporta in modo dinamico e rigoroso con degli elementi bibliografici e una profonda teologia. In questa direzione, conclude il teologo, «la tesi si accredita anche nel saper affrontare tematiche ecclesiologiche di grande portata e ancora attuali, quale il rapporto tra istituzioni e carisma, spesso contrapposti non solo in passato ma tutt’ora. Esse invece sono chiamate a lavorare sinergicamente, scrutando i segni dei tempi».

Una tesi valutata dunque molto positivamente dal relatore e correlatori, per il suo valore teoretico nel cammino di amicizia e collaborazione tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa, e di cui é stata anche caldamente consigliata la pubblicazione.

Noemi Sanches

Per assistere alla discussione completa: https://www.youtube.com/watch?v=DFGJ23lHfmY

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