fbpx

I risvolti emotivi dei principi politici

Di Fabio Frisone*

 

Si è riflettuto a fondo sul fatto che uno Stato che privilegia e applica un principio politico piuttosto che un altro favorisce, consapevolmente o meno, anche il germogliare di emozioni e sentimenti che hanno a che fare col suo principio guida?

Concentrandosi su quanto accaduto nel secolo scorso, si nota che le due principali superpotenze di allora, Stati Uniti ed Unione Sovietica, hanno generato due prospettive culturali radicalmente differenti. Una chiave di lettura – ulteriore rispetto alle molte altre che vengono comunemente utilizzate – per cogliere la radicalità di tale differenza consiste nel comprendere il diverso substrato emotivo che le due nazioni hanno contribuito a plasmare nel proprio popolo.

Partendo, per iniziare una riflessione, da una certa condivisa universalità di almeno sei emozioni riferite a tristezza, paura, rabbia, disgusto, sorpresa e gioia (Ekman, 1971), per cogliere l’importanza effettiva di un’ideologia politica occorre anche riflettere su quanto quest’ultima sia in grado di conferire peso ad alcuni sentimenti ed emozioni piuttosto che ad altri.

Attenendosi al caso delle due superpotenze, è opinione diffusa che il principio promotore dell’ideologia politica americana risulti facilmente rintracciabile nella libertà, così come il motore guida dell’Unione Sovietica venne rappresentato dall’uguaglianza.

Al fine di indagare su ciò che la sollecitazione dei principi ha generato nei corrispettivi territori, è bene iniziare a considerare il quadro emotivo che li sottende.

Per affinare lenti capaci di cogliere il panorama emotivo e sentimentale sottostante al principio di libertà, risulta utile partire dalla sua etimologia. Libertà viene dal latino libertas, che a sua volta deriva da liber, termine adoperato per indicare chi non era schiavo, ossia un individuo privo di vincoli. Inoltre, la radice del termine (lib-) risulta analoga a quella di definizioni impiegate per esprimere piacere (libidine, libare), come a voler indicare che chi è libero fa ciò che più gli piace (Dizionario etimologico online). Attraverso l’analisi etimologica, dunque, si può arrivare a intuire che chi predilige tale principio, soprattutto quando riconosce di avere una scelta e di essere “libero di” (Berlin, 1974) aumenta le proprie possibilità per sperimentare emozioni di gioia, oltre che sentimenti positivi legati ad intraprendenza, coraggio, allegria, divertimento, godimento, soddisfazione, appagamento, eccitazione ed euforia. D’altra parte, “libero da” vincoli e dal peso della responsabilità altrui, può provare emozioni di tristezza e paura, e con esse risvolti sentimentali connotati da solitudine, angoscia, superbia, malinconia, noia ecc. (vedi Tab. 1).

In sintesi, dunque, si potrebbe affermare che quando si estremizza un principio a discapito di un altro, si rischia di ribaltarne il senso. Nessuno mette in discussione l’importanza dell’autonomia o dell’indipendenza, ma una libertà assoluta, sciolta dal legame con altri principi equilibratori, rischia seriamente di nuocere alla salute degli stessi cittadini che la proclamano.

 

E l’uguaglianza?

Analogamente, indagando sul significato del principio di uguaglianza, si nota come aequalem derivi da aequus, e indichi qualcosa di piano, unito, orizzontale (Dizionario etimologico online).

Provando a cogliere i risvolti emotivi sottostanti all’applicazione politica di tale principio, non si può fare a meno di notare che anche in questo caso scaturiscono scenari complessi.

È vero che quando una società conta prevalentemente sul principio di uguaglianza si propone di garantire diritti e doveri uguali per tutti, ossia uno scenario promotore di gioia e di sentimenti legati a tolleranza, accettazione, giustizia (vedi Tab. 1).

Ma è anche vero che l’esercizio politico dell’uguaglianza rischia di trascurare alcune fondamentali differenze individuali: non è forse lecito riconoscere che non tutti i lavori e gli sforzi per essere compiuti implichino la medesima importanza? Provando a riflettere, ad esempio, su cosa accadrebbe se ciascuna categoria professionale venisse trattata allo stesso modo anche in ottica salariale, probabilmente il substrato emotivo prevalente verrebbe associato a vissuti di rabbia o a sentimenti anti-morali (Nussbaum, 2011). Tra l’altro, occorre rilevare che un contesto nel quale il tentativo di appiattimento dell’individuo risulta prioritario, rischia di alimentare sentimenti negativi legati a odio, indignazione, svogliatezza e quant’altro (vedi Tab. 1).

Un punto cruciale su cui riflettere per evitare di semplificare la questione riguarda il fatto che, in realtà, la strumentalizzazione emotiva delle ideologie politiche risulta capace di avvalersi persino di un medesimo sentimento per raggiungere finalità del tutto diverse, e dunque è importante essere consapevoli che una distinzione dei risvolti emotivi e sentimentali rispetto ad un dato principio politico può avere valore, ma solo se viene concepita all’interno di una dimensione fluida, che lascia spazio alle sfumature ed evita di dimenticare che ogni emozione e sentimento presentato per l’uno o l’altro principio, ha modo di trovare spazio anche negli altri. Ad esempio, come rileva il sociologo Helmut Schoeck (2006), è possibile osservare che sia nelle società comuniste che in quelle capitaliste, ci si serve dell’invidia per raggiungere i propri obiettivi. Al fine di promuovere la crescita del mercato, infatti, la società capitalistica “investe” sull’invidia come substrato emotivo cardine per accrescere il bisogno di emulazione. Al fine, invece, di portare a compimento la rivoluzione proletaria e l’instaurarsi dell’uguaglianza, la società comunista si serve della stessa per promuovere l’appiattimento sociale.

 

Ideologie contemporanee

Si dirà che i rischi sottostanti alla predilezione di un principio a discapito di un altro costituiscono ormai argomento vecchio, ma siamo sicuri che oggi le cose siano cambiate veramente?

Andando a ritroso nel tempo, già alla fine del XVIII secolo, con la Rivoluzione francese fu possibile notare il concreto tentativo di tenere assieme principi politici chiaramente differenti: Liberté, Égalité, Fraternité. Rispetto a quest’ultimo principio, ci si potrebbe domandare se i rivoluzionari francesi avessero cercato supporto nella fraternità proprio per ottenere una coesistenza degli altri due principi precedentemente esaminati. Etimologicamente, la fraternità si riferisce ad una relazione innanzitutto tra maschi. Fraternus contiene, infatti, una terminazione (èrnus) che indica un legame di appartenenza (Dizionario etimologico online) che sembra inadatto a tradursi immediatamente su un piano universale. D’altra parte, alcune definizioni indicano che la fraternità riguarda un “accordo fraterno soprattutto tra persone che non sono fratelli” (Treccani). Quest’ultima chiarificazione potrebbe, forse, spiegare il motivo per il quale, quando si riflette sulle implicazioni emotive sottostanti al principio politico della fraternità, emergono tratti non esclusivamente virili. A tal proposito, si rileva che anche stavolta l’emozione positiva sottostante alla possibilità di sentirsi fratelli è riconducibile alla gioia. In questo caso, però, la riscoperta di sentirsi fratelli nonostante la non appartenenza sanguigna, prima ancora di portare con sé dinamiche appartenenti alla gioia, sembra richiamare molto la sorpresa, e la commistione tra queste due emozioni positive dà luce ad una varietà sentimentale che annovera lo stupore, la tenerezza, la gratitudine ecc. (vedi Tab. 1). Inoltre, se si dovesse immaginare cosa si prova quando succede una disgrazia ad un fratello, probabilmente lo scenario prospettato farebbe emergere vissuti emotivi legati a paura, tristezza e rabbia, e con essi riflessi sentimentali afferenti a dolore, fragilità, commozione (vedi Tab. 1).

Sembra dunque che ciascun principio politico porti con sé delle peculiarità capaci di trascendere il mero aspetto “amministrativo” e di attestarsi su piani a tal punto profondi da riguardare la natura più intima dell’uomo. Dato che le implicazioni di ogni principio politico hanno la possibilità di incidere profondamente sull’interiorità emotiva di ciascuno, non risulterebbe maggiormente opportuno imparare a considerare ogni singola persona un bene comune (Baggio, Bruni, & Smerilli, 2020)? E, se così fosse, cosa bisognerebbe fare per imparare a difendersi dalla strumentalizzazione emotiva con cui sono solite agire le ideologie politiche?

Un buon punto di partenza sta nella possibilità di riconoscere e coltivare le proprie emozioni ed i propri sentimenti, senza dimenticarsi di metterli in dubbio, perché non sempre ciò che si prova risulta libero dall’influsso dell’ideologia.

 


Bibliografia

  • Baggio, Antonio Maria; Bruni, Luigino & Smerilli, Alessandra. Alcune chiavi di lettura di Fratres Omnes: https://www.youtube.com/watch?v=HiXHwYFRYK8
  • Berlin, Isaiah. “Due concetti di libertà”. In Passerin D’Entrèves, Alessandro (Ed.). La libertà politica, Roma:  Edizioni di Comunità, 1974: 103-161.
  • Dizionario etimologico online: https://www.etimo.it/

https://www.etimo.it/?term=eguale; https://www.etimo.it/?term=fraterno.

  • Ekman, P. “Universal and cultural differences in facial expressions of emotions”.In Cole, James (Ed.).” Nebraska symposium on motivation. Cultural Psychology, Vol. 19, 1971: 207-282.
  • Enciclopedia Treccani: https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/fraternita/
  • Nussbaum, Martha Craven. Non per profitto: Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica. Bologna: il Mulino, 2011.
  • Schoeck, Helmut. L’invidia e la società. Macerata: Liberilibri, 2006.

 

  Emozioni positive Sentimenti positivi Emozioni negative Sentimenti negativi
 

Libertà

 

gioia

 

 

allegria, divertimento, godimento, soddisfazione, euforia, eccitazione, appagamento, coraggio, intraprendenza  

paura

tristezza

angoscia, malinconia, solitudine, noia, abbandono, superbia, invidia, indifferenza, prepotenza, ambizione, arroganza, bramosia, disperazione, egoismo, impetuosità, noncuranza, onnipotenza, sconsideratezza, smoderatezza, superiorità, tracotanza
 

Uguaglianza

 

gioia

 

 

sollievo, giustizia, accettazione, tolleranza, dignità, sopportazione, temperanza, tranquillità  

rabbia

disgusto

odio, indignazione, svogliatezza,

autosvalutazione, apatia, invidia, obbligazione, ostilità, rancore, amarezza, artificiosità, astio, codardia, disagio, imperturbabilità

 

Fraternità

 

sorpresa

gioia

 

 

stupore, meraviglia, gratitudine, entusiasmo, pace, serenità, vicinanza, compassione, affetto, altruismo, ammirazione, benevolenza, clemenza, complicità, disponibilità, dolcezza, generosità, indulgenza, misericordia, moderatezza, modestia, riverenza, tenerezza paura

tristezza

rabbia

fragilità, dolore, commozione, commiserazione, compianto, cordoglio, delusione, incertezza, incongruenza, insicurezza

 

Tab. 1 La tabella illustra alcuni risvolti emotivi e sentimentali che potrebbero offrire i principi

politici esaminati.

 

*Fabio Frisone, sociologo, è dottorando di ricerca in Scienze cognitive nell’Università di Messina

Menu
X