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Con una scelta apparentemente in controtendenza tra richiami al sovranismo, chiusura dei dazi e blocchi dei porti, il corso “L’Europa delle città e dei cittadini” ha costituito un  invito a rilanciare il progetto Europa, a partire proprio dai cittadini e dalle città.

Aperta dalla prolusione pubblica di Romano Prodi, intitolata “L’Europa di oggi. Quale Europa domani?” diretta a comprendere e mettere a fuoco il progetto culturale, economico e politico dell’unità continentale, oggi messo a dura prova dal prospettarsi di scenari complessi, l’iniziativa accademica, promossa dal centro Sophia Global Studies in partnership con il programma Cattedra Jean Monnet” dell’Unione Europea co-finanziato dalla Fondazione per Sophia, ha analizzato il ruolo delle città come laboratori di integrazione europea e dei cittadini come primi attori nel processo di riflessione e rilancio del progetto europeo.

A partire dall’eredità che la cultura europea rappresenta ancora oggi nel mondo di fronte ai cambiamenti globali, e coerente con il programma di riferimento “Europe in a Changing World”, il corso, con una durata complessiva di 18 ore, ha riunito nell’occasione accademici, professionisti e membri della società civile ed ha affrontato da diverse prospettive l’idea dell’unità del continente,  tenendo conto della diversità socio-economico-culturale delle regioni e delle località di cui è composto. Le lezioni hanno toccato questioni centrali quali l’inclusione, la cittadinanza e la governance europee. Nei workshop, i partecipanti hanno potuto condividere competenze ed esperienze in dialogo con prospettive anche extraeuropee.

Sono stati presentati studi ed esperienze internazionali, che a Sophia trovano una possibilità di sintesi e comunione, attraverso un metodo transdisciplinare. Tra questi, di particolare rilievo le relazioni proposte da Léonce Bekemans, titolare della Cattedra Jean Monnet ad Personam “Globalizzazione, Europeizzazione e SviluppoUmano”, e da Luc Van den Brande, ex-presidente delle Fiandre e oggi consulente di fiducia della Presidenza della Commissione Europea, il quale ha esposto il report “Reaching Out to Citizens” presentato al presidente Junker il 6 novembre 2017, considerato il più recente e autorevole lavoro di analisi sulla cittadinanza europea.

Come sottolineava Pasquale Ferrara, che ne è direttore, il centro Sophia Global Studies, nasce dall’esigenza, avvertita a Sophia nel suo primo decennio di vita, di mettere a disposizione le competenze accademiche per una formazione che non sia soltanto indirizzata agli iscritti ai corsi di studio universitari previsti dai curricula.

Paolo Frizzi, coordinatore del Centro, considera questa come un’altra iniziativa “tesa a rispondere all’esortazione di Papa Francesco che, in occasione della visita dello scorso 10 maggio a Loppiano, non ha mancato di ricordare come occorrano uomini e donne capaci di tracciare strade nuove da percorrere insieme per dare vita a una civiltà globale dell’alleanza”. Il Papa ha confermato la vocazione di Sophia quale laboratorio di mondialità sostenibile, pensato per formare leader capaci di affrontare le sfide globali e attrezzati con gli strumenti necessari per promuovere il dialogo e la pace: una visione dalla quale ha preso le mosse Sophia Global Studies, uno spazio in cui dare sostanza ai passi necessari per costruire una nuova civiltà globale, approfondendo i processi e le relazioni globali con programmi specifici su temi critici e attuali.

 

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