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Papa Francesco – Enea, Anchise e Ascanio modelli per oggi

Di: Roberto Catalano
Fonte: Papa Francesco – Enea, Anchise e Ascanio modelli per oggi | Letsdialogue (whydontwedialogue.blogspot.com)

Non avrei mai pensato che un papa, argentino poi, mi proponesse una lettura così provocante e, allo stesso tempo, vera della conclusione tragica della storia di Troia. Mi ero cimentato su quei testi al tempo del liceo. Ma le preoccupazioni, allora, erano ben diverse anche se legate a quell’ambito accademico che in questi giorni mi ha portato ad interessantissimo convegno in Vaticano. Ne parlerò nel mio prossimo post.

Stamattina alle 8 l’intero gruppo di accademici che erano presenti siamo stati convocati all’aula Paolo VI, dove papa Francesco si è intrattenuto con noi per una mezz’oretta, prima come gruppo – una cinquantina di persone – e poi personalmente con ciascuno. Il convegno era stato rivolto all’attuazione di uno dei progetti più cari all’interesse del papa. Lo ha lanciato lui stesso qualche anno fa: Il Patto educativo globale. L’idea era stata provocata da un gruppo di rabbini che si erano fatti promotori presso la Santa Sede della necessità di guardare al futuro con una necessaria creatività di processi e prospettive educative. Papa Francesco aveva colto la sfida, dopo che, a Buenos Aires, lui stesso aveva lanciato un progetto educativo sfidante: Schola Occurrentes. Il Global Compact on Education, secondo la formula inglese senza dubbio più universale di quella italiana, ha cominciato a muovere i primi passi in quest’anno in cui ancora il mondo ha lottato sia con la pandemia che con guerre in diverse parti del globo, non ultima e di rischio nucleare quella fra Russia ed Ucraina. Mi sono trovato coinvolto in questo progetto, pur non conoscendo molto della materia, in particolare nel contesto interculturale e interreligioso. In questi mesi ho promosso, insieme all’Istituto Universitario Sophia e dal altre istituzioni diversi webinar e momenti di riflessione. In questi giorni, il Dicastero per l’Educazione Cattolica ha convocato una cinquantina di esperti e di persone impegnate nella realizzazione del Global Compact per un momento di riflessione e prospettiva futura.

Oggi alla conclusione il momento di confronto con il papa. Il suo messaggio, come sempre breve ed efficace, si è sviluppato attorno a tre figure tutt’altro che religiose e, tanto meno, cristiane. Francesco questa volta ha attinto alla mitologia greco-latina andando a prendere Enea come modello per affrontare la crisi, non solo quella educativa, che ci vede spesso senza vie di uscite nel mondo d’oggi. In mezzo allo scoraggiamento che spesso ci attanaglia il papa ricordava come le crisi sono sempre occasioni di crescita e non di chiusura, come rischiano di rimanere.

Ma come cogliere queste opportunità. La chiave di lettura gliel’ha offerta Enea che abbandona Troia distrutta ed in fiamme con l’anziano padre in spalla ed il figlioletto Ascanio che tiene per mano. Da una parte le radici, la memoria da cui proveniamo e che non possiamo dimenticare, dall’altra, il futuro verso il quale guardare. Enea avrebbe potuto pensare solo a se stesso e salvarsi la pelle. Non lo ha fatto. Impossibile per pensare a portare il padre che lo aveva generato ma che significava anche il patrimonio familiare, culturale, sociale che non poteva restare sotto le ceneri di Troia. Allo stesso tempo, un padre non abbandona un figlio non solo per il senso della vita che gli ha donato ma anche perché è il suo futuro.

 

Ecco allora la lettura geniale di Francesco. Oggi, di fronte al fuoco distruttivo dei problemi che ci troviamo ad affrontare, come Enea di fronte a Troia in fiamme, dobbiamo continuare a camminare verso il futuro senza rinnegare il passato e, soprattutto, senza dimenticarlo. Spesso in questi anni, mi sono trovato proprio in mezzo a situazioni di questo tipo. La tentazione è stata quella di ‘salvarmi la pelle’, da solo. Eppure, mi sono spesso ritrovato di fronte alle mie radici, umane, famigliari, culturali e, anche, spirituali.

Non le posso rinnegare e, in varie occasioni, mi è capitato di incoraggiare altri a fare lo stesso. Sarebbe come diventare degli apolidi senza una patria e non solo civile, anche socio-culturale e spirituale. E poi, di fronte alle frequenti e inevitabili tensioni fra vecchio e nuovo, fra ‘fondatori’ e ‘futuro’, ascoltando gli uni e gli altri, mi sono reso conto che entrambi sono necessari per la società, il gruppo, la comunità, l’istituzione. Senza di loro ci si chiude e si muore di asfissia. Papa Francesco stamattina ha definito questa tentazione quella dell’ ‘indietrismo’. Un’altra parola coniata da Bergoglio che porta con sé un senso reale della tentazione che spesso ci assale, soprattutto con il passare degli anni sia nostri che dell’istituzione o della comunità di cui facciamo parte.

Enea, allora, ci propone una immagine vera e imitabile per l’educatore che non rinnega il passato ma lo riesce ad attualizzare per guardare meglio al futuro. Una vera sfida globale per quel patto educativo che è necessario riannodare in questa epoca che ci vede testimoni di un cambiamento radicale di fronte al quale siamo chiamati a prenderci il passato sulle spalle per camminare verso il futuro coscienti che esso si costruisce nel presente.

 

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