Il 18 settembre scorso, il preside di Sophia ha incontrato il Patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli, che si trovava a Roma per un convegno internazionale promosso presso il Pontificio Istituto Orientale, . In seguito, il viaggio del Patriarca è proseguito in Calabria, dove ha visitato la Chiesa orientale cattolica di Lungro: un evento storico che rappresenta un avvicinamento straordinario tra la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Cattolica di rito orientale.
Preside Coda, sappiamo che ha potuto salutare Bartolomeo I proprio il giorno dopo l’incontro che ha avuto con papa Francesco…
Sì ed è stato un incontro molto cordiale. Sono stato ricevuto dal Patriarca con due studenti del nostro Istituto, a Casa Santa Marta, dov’egli risiede quando è in Vaticano. Si trovava lì per partecipare al convegno internazionale promosso dalla Società per il Diritto delle Chiese Orientali, dal titolo “50 anni di incontro tra le Chiese Orientali: come il diritto canonico aiuta il dialogo ecumenico”. E abbiamo avuto la gioia di salutare anche il Metropolita d’Italia Gennadios Zervos.
Ci può dire di cosa avete parlato?
Abbiamo potuto vedere le prime linee di programmazione della Scuola Ecumenica che si terrà nella tarda primavera del 2020 presso il Centro culturale del Patriarcato di Costantinopoli presso l’isola di Halki, espressione della Cattedra Ecumenica Internazionale Athenagoras-Chiara Lubich, che è stata eretta dal nostro Istituto in sinergia con il Patriarcato. Bartolomeo I è felice che, da parte ortodossa, questa iniziativa sia portata avanti dal Metropolita Elpidophoros, ora arcivescovo ortodosso negli Stati Uniti, che abbiamo conosciuto nel gennaio scorso durante la nostra visita a Istanbul e a Halki.
Inoltre si è detto molto contento del Dottorato honoris causa che sarà conferito da Sophia il prossimo 11 novembre al prof. Juan Carlos Scannone, che ha insegnato nel Seminario dei Gesuiti di San Miguel in Argentina e fu uno dei principali insegnanti del giovane Jorge Bergoglio. È il secondo Dottorato di Sophia dopo quello alla sua persona, conferito dall’università che egli ritiene e ama come la “sua” università.
Il Patriarca è stato molto contento anche del saluto che gli è stato rivolto dagli studenti di Sophia: ricordava molto bene il rapporto intenso vissuto con loro nel 2015! Alla fine, ha dato una benedizione per tutto l’Istituto ed ha voluto ricordare questo momento con una foto di gruppo sotto l’immagine di papa Francesco, a sottolineare ancora una volta la straordinaria fraternità che il vescovo di Roma e il vescovo di Costantinopoli vivono.
Tornando al vostro colloquio: può anticiparci qualcosa di questa “summer school” ecumenica?
La Scuola ecumenica sarà aperta a 40 giovani studiosi delle due chiese: 20 cattolici e 20 ortodossi e tratterà il tema della cooperazione tra le chiese al servizio della giustizia nel mondo di oggi, con particolare riferimento alla salvaguardia del Creato, tema caro a Bartolomeo I, che è anche promotore dell’iniziativa, oggi ecumenica, “Il Tempo del Creato”.
A quando risale il rapporto tra Sophia e il Patriarcato?
Tutto è cominciato quattro anni fa, quando abbiamo voluto conferire il primo dottorato honoris causa in cultura dell’unità al Patriarca Bartolomeo, in ragione della sua straordinaria testimonianza di comunione tra i popoli, le culture, le religioni, nel contesto della casa comune che è il Creato, che il Patriarca ha promosso con le sue opere e i suoi scritti. Sophia ha voluto dare un riconoscimento pubblico e solenne a quest’attività, che ha le sue radici nel rapporto singolare, vissuto subito dopo il Concilio Vaticano II, tra il venerabile Patriarca Athenagoras I di Costantinopoli e Chiara Lubich. È in seguito a questo conferimento che è nata l’iniziativa di una Cattedra ecumenica internazionale, intitolata alla memoria viva di Athenagoras e di Chiara Lubich.
cura di Tamara Pastorelli