CEG 2016-2020 storia e prospettive
Presentazione del CEG al Consiglio Direttivo e al Consiglio Scientifico
(2 ottobre 2020)
«Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. […] Permettetemi solo di lasciarvi un’indicazione per i prossimi anni: in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni Diocesi e circoscrizione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni. Sono sicuro della vostra capacità di mettervi in movimento creativo per concretizzare questo studio».
Per rispondere a queste parole di Papa Francesco, rivolte ai rappresentanti del Convegno nazionale della Chiesa italiana, convenuto a Firenze nel novembre 2015, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, è nato all’interno del progetto culturale e della missione scientifica dell’Istituto Universitario Sophia il nuovo Centro di Alta formazione Evangelii Gaudium. Questo Centro, inaugurato a Loppiano l’11 novembre 2016, vuole essere un luogo accademico che, attraverso un approfondimento dell’Esortazione apostolica, favorisca quell’aggiornamento e quella conversione pastorale richiesti dai tempi odierni per attuare un cambio di paradigma anche e soprattutto nella relazione tra comunità ecclesiale e società civile. Il nuovo Centro vuole approfondire il significato di questa nuova tappa dell’evangelizzazione attraverso l’attivazione di corsi, seminari, stages e laboratori, indirizzati in particolare a presbiteri, persone di vita consacrata, operatori pastorali, laici impegnati nei diversi ambiti della vita ecclesiale e sociale, e soprattutto ai giovani.
Al di là dell’aver avviato un approfondimento in risposta all’appello del Papa, la grande sfida riguarda anche e soprattutto il metodo richiesto da Francesco, attraverso l’uso di un avverbio: «in modo sinodale». La sinodalità, più che essere un tema fondamentale di ecclesiologia, è colta qui come atteggiamento, come modalità attraverso cui si può raggiungere la realizzazione del fine previsto.
Questo Centro, in sintonia con il progetto formativo e il metodo accademico propri dell’Istituto Universitario Sophia, ha la missione di promuovere e sostenere la formazione, lo studio e la ricerca nell’ambito dell’ecclesiologia, della teologia pastorale e della missione, della teologia spirituale e della teologia dei carismi. È un vero e proprio laboratorio che, nel solco tracciato dal magistero del Concilio Vaticano II e facendo tesoro dell’ispirazione e delle esperienze di vita ecclesiale suscitate dal carisma dell’unità, si sente chiamato, nell’orizzonte della “nuova tappa dell’evangelizzazione”, a proiettarsi in uscita missionaria, nella prospettiva del dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale.
Questo Centro – riprendendo quanto Piero Coda ha messo in luce nel giorno dell’Inaugurazione – deve avere spirito, passione e libertà. Prima ancora di rappresentare un impegno verso l’umanità, questi tre pilastri sono una sfida (e un continuo serio esame di coscienza) per tutti coloro che di questo Centro, in un modo o nell’altro, vogliono far parte. Lo spirito non ha a che fare con la dimensione spirituale dell’uomo, ma indica il «lasciare che lo Spirito soffi forte, e sorprenda, e scompigli, e apra, e faccia vedere»[1]; la passione fa riferimento all’essere persone appassionate, capaci di compromettersi e sporcarsi le mani con il progetto che viene portato avanti; la libertà, infine, allude al significato del Centro come luogo «di sperimentazione e di dialogo a tutto campo, senza preclusioni e senza chiusure, nella valorizzazione della diversità degli apporti e dei punti di vista a livello ecclesiale ed ecumenico, interreligioso e interculturale, sociale e civile»[2].
È uscito, appena prima della visita di papa Francesco a Loppiano, un volumetto che raccoglie gli atti dell’evento inaugurale: gli interventi qui contenuti, singolarmente presi e nel loro insieme, offrono uno sguardo sintetico all’esperienza di questi anni; e proprio per questo, oltre a essere sintetico, offre uno sguardo profetico.
Possiamo entrare adesso nelle diverse attività del CEG, rivolte all’intero Popolo di Dio. Iniziamo dal mondo dei religiosi e delle consacrate.
Il Centro ha promosso annualmente (fino al 2019) corsi per la vita consacrata, destinati sia agli adulti (come formazione permanente), sia ai giovani (come esperienza capace di legare la dimensione intellettuale con quella spirituale e carismatica): un Corso di qualificazione per l’animazione nella Vita comunitaria «Svegliate il mondo!». Sono stati offerti diversi moduli per approfondire ogni anno un tema specifico, quale ad esempio la leadership carismatica (le relazioni dei docenti sono state raccolte in una pubblicazione). Hanno partecipato persone di diverse vocazioni, età, differenti ordini religiosi. Il metodo usato in questi corsi, nella forma di lezioni frontali e di laboratorio, voleva attuare una didattica capace di curare l’interazione tra docenti, tra studenti, e tra docenti e studenti insieme. Questi incontri – coordinati da P. Theo e da suor Tiziana (insieme alla collaborazione degli altri religiosi e religiose dei centri di spiritualità Claritas e Casa Emmaus) – hanno raggiunto le finalità che si erano proposti: creare un gruppo omogeneo e impegnato, capace di leggere – singolarmente e comunitariamente – le provocazioni della realtà e le sfide della vita religiosa.
Dando uno sguardo sempre ai luoghi ecclesiali di formazione, si è portato avanti un Corso per educatori nei seminari, animato da diaconi e presbiteri. La sua nascita è anteriore al CEG. È un laboratorio di dinamica educativa, incentrato sulla dimensione della relazionalità e del discernimento comunitario (il metodo, dunque, è analogo a quello usato dai religiosi e dalle consacrate). Il corso si è articolato in una duplice proposta. Nel primo anno viene offerto un corso residenziale (tra le due e le tre settimane), con relazioni di esperti, workshop e plenarie; fondamentali la partecipazione interattiva, la condivisione e il dialogo per un discernimento comunitario. Nel secondo anno si propone una settimana di aggiornamento, dedicata a una delle dimensioni della formazione (umana, spirituale, intellettuale e pastorale) in chiave missionaria. Il fine è quello di sperimentare le potenzialità di un paradigma che ha alla base il Comandamento Nuovo, proponendo una formazione integrale tale da tenere insieme e in equilibrio anche sette aree che valorizzino ogni ambito della vita, così da poter sostenere una formazione che possa accompagnare ogni aspetto del vivere: Dono di sé: comunione dei beni, economia e lavoro (prima area), Apertura all’altro: testimonianza, annuncio e dialogo (seconda area), “Allargare l’interiorità”: castello interiore e castello esteriore (terza area), “L’amore risana”: natura, vita fisica, malattia e morte (quarta area), Edificare la comunità: il servizio del ministero ordinato (quinta area), Sapienza, studio e cultura (sesta area), Comunicazione al servizio della comunione e della missione (settima area). Questo percorso per formatori è seguito in particolare da don Alexander Cordina, don Silvestre Marques e don Emilio Rocchi. A motivo della pandemia e del fatto che alcuni seminari (in Italia) avevano richiamato i seminaristi dopo il lockdown, non si è riusciti a svolgere il corso previsto di più settimane, mentre nel 2021 è in programma la settimana di aggiornamento sulla formazione umana.
Alla conclusione, sia del corso dei religiosi e delle consacrate, sia di quello dei formatori di seminario, dietro presentazione di un elaborato scritto, l’Istituto Universitario Sophia conferisce dei crediti formativi.
È iniziata una scuola per operatori pastorali, intitolata: Chiesa locale: comunione e missione. Percorsi pastorali alla luce dell’EG. I partecipanti, provenienti dalle diverse regioni italiane, rappresentano l’intero popolo di Dio: giovani, preti e diaconi, sposati, catechisti e operatori pastorali laici, religiosi, consacrate e seminaristi. Il metodo è lo stesso di quello già illustrato per gli altri corsi: si alternano sessioni in sala con dinamiche di laboratorio. L’obiettivo è preparare delle figure che, con maggiore competenza, possano mettersi al servizio delle articolazioni della diocesi. Queste iniziative sono portate avanti dal Centro Evangelii Gaudium e, in particolare, con la fattiva collaborazione della Segreteria internazionale del Movimento parrocchiale e del Movimento diocesano. È utile ricordare che l’iniziativa non si è fermata in tempo di pandemia e si è deciso di proporla on line credendo che “le sfide esistono per essere superate” (EG, 109) e, con nostra grande sorpresa, vi hanno partecipato più di 1000 persone da ogni parte del mondo.
Anche i vescovi sono interlocutori del progetto educativo del CEG. Per i vescovi della CEI si è svolto un Convegno a Loppiano (18-20 febbraio 2019) sul tema “Nuova tappa dell’evangelizzazione e sinodalità: il rinnovamento ecclesiale alla luce della Evangelii gaudium”. Questo primo incontro ha visto la presenza di circa 35 vescovi italiani.
Lo scorso febbraio c’è stato un secondo Convegno, questa volta Internazionale, tenuto, nella prima parte, a Trento, nella seconda parte, a Loppiano, in occasione del centenario della nascita di Chiara Lubich. La partecipazione è stata di circa centocinquanta vescovi, provenienti da quasi tutti i continenti.
Si è avviata in Messico una serie di iniziative di formazione permanente, quasi in coincidenza con il sorgere della pandemia, che ha avviato dei percorsi interessanti ben accolti in questa area culturale di lingua spagnola. Preziosa la collaborazione in questo ambito con Lucas Cerviño.
Oltre a questi percorsi sono state promosse tre giornate di studio, insieme alla Rete Europea Risorse Umane: 1. L’ascolto nelle dinamiche comunicative nella Chiesa di Papa Francesco con la presenza di mons. Dario E. Viganò, allora prefetto alla Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede (6 aprile 2017). 2. “La realtà è superiore all’idea” (EG, 233). L’ascolto nelle dinamiche comunicative sui processi migratori con la presenza del vescovo Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, già direttore generale della Fondazione Migrantes, organismo della CEI, e consultore del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.
Queste giornate di studio hanno offerto la possibilità al CEG di entrare in contatto con l’esperienza di giornalisti e sindacalisti che operano soprattutto all’interno del territorio toscano.
Di particolare rilievo è stata la giornata di studio, il 18 gennaio 2018, su Carisma e istituzione in Movimenti e Comunità ecclesiali, a Roma, nel Palazzo della Cancelleria. È stato un luogo di approfondimento di alcune importanti questioni di attualità nella vita dei movimenti e delle comunità ecclesiali, sulla scia della Lettera Iuvenescit Ecclesia. Un approfondimento teologico e canonico, per individuare forme nuove e più adeguate a esprimere le esperienze carismatiche.
Per quanto riguarda il dialogo con i movimenti, è in programma un evento (saltato, quando era stato fissato per il mese di novembre perché in concomitanza con l’udienza privata che Papa Francesco aveva concesso all’Istituto Universitario Sophia) che vede la partecipazione di Jesús Morán, copresidente del Movimento dei Focolari, e di Julián Carrón, presidente di Comunione e Liberazione.
Spostandoci sul versante ecumenico, si sono avviati alcuni eventi, in sinergia con la Cattedra Athenagoras – Chiara Lubich dello IUS e con il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli: dopo una visita, nella città di Istanbul, al Patriarca Bartolomeo e una al Metropolita di Cluj-Napoca (Romania), era in programma una summer-school nell’estate 2020 (saltata per ovvi motivi), organizzata con l’Arcivescovo d’America, il Metropolita Elpidophoros, nel Monastero della Santissima Trinità sull’isola di Chalki (in Turchia). Il CEG ha voluto pubblicare gli atti di un Convegno, svoltosi a Sophia, intitolato La vita nello Spirito tra Oriente e Occidente. Un’unica via, due sentieri per rispondere alle sfide dell’oggi (Ed. Nerbini, Firenze 2020), in collaborazione con la Facoltà Ortodossa di Teologia di Cluj-Napoca e con la comunità dei Figli di Dio di don Divo Barsotti.
Tutte queste diverse attività sinteticamente tracciate, se da un lato ci hanno fatto toccare con mano le ferite e le attese, nei diversi ambiti, di tutto il Popolo di Dio, dall’altro hanno fatto anche emergere alcuni limiti strutturali che il Centro dovrà fronteggiare per continuare in modo rigoroso la sua missione. Limiti che certamente vanno assunti, più che soltanto oltrepassati. Ci auspichiamo che la scadenza del quadriennio ad experimentum del Regolamento e il suo rinnovo possano essere un’occasione per rilanciare il CEG e farlo essere, per grazia, all’altezza della sua vocazione.
Dopo questa breve panoramica, proprio perché il Centro Evangelii Gaudium vuole essere un luogo d’osservazione della realtà (e la realtà è sempre dinamica), passo adesso la parola a don Piero Coda, per introdurci nel terzo punto dell’ordine del giorno: “il kairós del CEG nell’attuale contesto sociale ed ecclesiale”.
Alessandro Clemenzia
[1] P. Coda, Visione e missione, in Centro Evangelii Gaudium, Profezia di una Chiesa in uscita, a cura di P. Coda e A. Clemenzia, Città Nuova, Roma 2018, pp. 19-28, qui pp. 26-27.
[2] Ibid., p. 27.